La pubblicità emotiva sui pericoli ambientali ha stancato

Un nuovo studio ha rilevato che i messaggi terroristici sul il riscaldamento globale potrebbero essere controproducenti e, di fatto, aumentano lo scetticismo dell’opinione pubblica sul cambiamento climatico.
“Il nostro studio indica che le conseguenze potenzialmente devastanti del riscaldamento globale influenza la fondamentale tendenza della gente a vedere il mondo più sicuro, stabile e giusto. Il risultato di simili messaggi è che la gente può rispondere dando meno credibilità alle testimonianze concrete del riscaldamento globale”, ha dichiarato Robb Willer, co-autore dellla ricerca e psicologo sociale presso l’Università della California.
A sua detta , le persone potrebbero rispondere a tali avvertimenti contestando le prove del riscaldamento globale e non dando più seguito ai loro progetti ed impegni nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

Willer, assistito da Matthew Feinberg nella realizzazione dello studio, ha affermato che se gli stessi messaggi sulle conseguenze sono miscelati alla presentazione di possibili soluzioni all’emergenza, molti potrebbero soprasedere al proprio scetticismo.

Secondo lo psicologo, il suo lavoro è stato importante perché, recenti indagini hanno mostrato la maggior parte della gente ha abbandonato le preoccupazioni per il riscaldamento globale.

Quindi, se da un lato, i più hanno finito per stancarsi di orsi polari ed gabbiani sporchi di petrolio o affini luoghi comuni utilizzati nelle campagne di sensiobilizzazione alla questione ambientale, dall’altro, è in costante calo il numero di soggetti che credono ai comunicati apocalittico-allarmistici, dal tono terrorizzante (fear  arousing appeal).

Per dimostrarlo sono stati condotti due esperimenti da Willer e Feinberg.

Il primo ha coinvolto 97 studenti universitari della UC Berkeley, ai quali è stato domandato se pensavano che il mondo fosse giusto o ingiusto, dando loro da leggere due diverse versioni di un articolo con le testimonianza concrete fornite dall’Intergovernal Panel on Climate Change delle Nazioni Unite.

Metà dei partecipanti hanno ricevuto l’articolo che si concludeva con avvertimenti sulle conseguenze apocalittiche del riscaldamento globale. L’altra ha ricevuto da leggere l’articolo che si concludeva con messaggi positivi focalizzati su eventuali, possibili soluzioni al riscaldamento globale, come le innovazioni tecnologiche in grado di ridurre le emissioni di carbonio.

Chi ha letto i messaggi positivi si è rivelato anche più propenso a credere nell’esistenza del riscaldamento globale.

Ed ha, inoltre, più fiducia nella capacità della scienza di risolvere il problema.

Di contro, chi è stato esposto a messaggi allusivi al “giudizio universale’, si è rivelato più scettico sul cambiamento climatico.

Il secondo esperimento ha coinvolto 45 volontari reclutati dal 30 città statunitensi attraverso Craigslist.

Lo scopo era di verificare se, aumentando la propria fiducia nell’esistenza di un “mondo giusto”, sarebbe aumentato anche il loro scetticismo sul riscaldamento globale.

Ai partecipanti alla ricerca è stato, poi, mostrato un video con bambini innocenti messi in pericolo per illustrare la presunta minaccia del riscaldamento globale per le generazioni future.

Ebbene, chi aveva un solo focus su un mondo giusto,  hanno risposto al video aumentando il proprio scetticismo e diminuendo il desiderio di cambiare stili di vita per cercare di ridurre le emissioni personali di anidride carbonica.

“Gli appelli basati sulla paura, soprattutto quando non accoppiati ad una soluzione chiara, possono rivelarsi controproducenti e minare gli effetti attesi dei messaggi”, ha concluso il ricercatore…

Lo studio sarà pubblicato nel numero di gennaio della rivista Psychological Science.

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