Per aumentare la concetrazione basta… cotrarre un muscolo

Non avete mai notato che, di mattina presto, quando suona la sveglia e desiderereste tanto rimanere a letto invece di alzarvi, vi ‘stirate’, poi, improvvisamente, riuscite a prendere il coraggio, con un più o meno notevole sforzo, di abbandonare il giaciglio e tuffarvi in una nuova giornata?
Perchè stirate e tirate i muscoli? Si tratta solo di uno sbadiglio, un po’ di sano stretching naturale, di un’abitudine, di un caso o c’è altro? Ed ancora, perchè, quando dovete farvi forza stringete i pugni? O quando state soffrendo stringete i denti e, quindi contraete i muscoli facciali?
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Una serie di indagini di un gruppo internazionale di scienziati pare abbia trovato una risposta a simili e vari altri quesiti.
Il trend all’edonismo, affermatosi in modo palese sin dagli anni ’80 del Novecento e, in seguito, trasformatosi in edolismo (edoismo+olismo), nell’era dell’In-divisus si è arricchito di un’ulteriore intrecciandosi al deferimento del piacere come fonte di un nuovo tipo di appagamento dato proprio dalla prospettive di una soddisfazione maggiore futura.
 
Mentre le tendenze socioculturali si muovono in tale direzione, vari scienziati stanno cercando di comprendere i meccanismi e le relazioni tra copro e mente e la triangolazione tra piacere, dolore, la posticipazione del primo e l’accettazione volontaria del secondo come viatico per conseguire le mete ambite.
Dalle più recenti ricerche sembra che contrarre i muscoli sia un modo a nostra disposizione per accrescere l’autocontrollo e la forza di volontà indispensabili a superare il dolore immediato e raggiungere obiettivi a lungo termine.
Autori come Iris W. Hung dalla National University di Singapore e Aparna A. Labroo dell’Università di Chicago hanno studiato un gruppo di persone per cercare di risolvere una serie di dilemmi sull’auto-controllo e la nostra capacità di accettare un dolore immediato a fronte della prospettiva  di vantaggi sul lungo termine.
In un esperimento hanno chiesto a dei volontari di immergere le mani in una bacinella di ghiaccio per dimostrare la loro resistenza al dolore.
In una seconda prova li hanno invitati a bere un aceto dal pessimo sapore ma descritto come salubre.
In un terzo contesto i partecipanti alla ricerca dovevano decidere se guardare notizie inquietanti e raccapriccianti su bambini massacrati dal terremoto di Haiti e donare soldi per aiutarli.
Alla fine delle tre sedute, gli studiosi hanno esaminato che tipo di cibo i partecipanti hanno preso per pranzo ad una caffetteria locale.
“Le persone alle quali è stato detto di contrarre i muscoli, indipendentemente dal tipo di parte del corpo interessata (mani, dita, braccio…), mentre esercitavano l’autocontrollo, hanno dimostrato maggiori capacità di sopportare il dolore, di bere la medicina sgradevole, di partecipare al dramma di informazioni inquietanti ma fondamentali,  immediatamente inquietante ma essenziali informazioni, e di superare le tentazioni di cibi allettanti”, secondo gli autori.
I ricercatori hanno, inoltre, scoperto che la contrazione muscolare aiuta solo quando la scelta è allineata agli obiettivi delle persone (per esempio, per avere un sano stile di vita) e quando si è di fronte a dilemmi di auto-controllo.
“La mente e il corpo sono tanto strettamente legati tra loro che, semplicemente stringendo i muscoli, si può anche attivare la forza di volontà. Così l’impegno in questo tipo di attività fisica, spesso frutto di uno sforzo di volontà, può servire come un modo inconscio per attingere ed attivare la forza di volontà, per agevolare l’autocontrollo e migliorare il benessere dei consumatori “, hanno concluso.

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