La guerra scoppiata in Libia è un ulteriore cruccio che si va ad aggiungere alla già tesa situazione internazionale innescata dai recenti terribili eventi giapponesi.
Eppure entrambi i fenomeni sono un segno dei tempi, non nel senso che vi attribuirebbero gli apocalittici del 2012, delle Super Moon Extreme & co, ma nel più profondo significato degli epocali cambiamenti che ci stanno sempre più allontanando dall’era Moderna e Postmoderna, inaugurando il Nuovo Periodo trapuntato da valori inediti, da dinamiche originali, da un fresco Spirito dei Tempi.
Ripercorrendo quanto è accaduto, in Medio Oriente, nell’ultimo paio di mesi, senza prendere nessun tipo di posizione politica, ma semplicemente, analizzando i fatti da una prospettiva squisitamente sociologica (ci tengo a precisarlo), è evidente che è saltato un meccanismo di inerzia e passività durato millenni.
L’ondata di rivolte popolari sfociate in una sonora domanda di libertà, in una rivendicazione dei diritti fondamentali dell’uomo, di potere lavorare e di godere di una democrazia, celebrata ed ambita, da molti ma da pochi vissuta in prima persona, non si è manifestata ovunque con le stesse modalità ed intensità, ma si è rapidamente propagata ovunque.
Molti paesi hanno improvvisamente aperto gli occhi.
Si sono resi conto della propria situazione, delle ingiustizie subite, delle angherie e vessazioni perpetrate da decenni da parte di potenti ricchi affamatori di popoli, con le loro leggi ispirate dal terrore, dallo status quo, dall’ignoranza, talvolta, persino dalla religione.
Chi sono i protagonisti? Quale è stato il vero detonatore?
I veri protagonisti della primavera mediorientale sono i Continua a leggere →